“Nel mezzo del cammin di nostra vita,
Mi ritrovai con nastro e scatolame,
Che il terribile trasloco dovetti affrontare
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esto trasloco aspro e forte
che nel pensier rinova la paura!”
Il trasloco è una di quelle esperienze terribili che auguri solo ai tuoi peggiori nemici.
Anche se alla base c’è una motivazione gioiosa nel trasloco (cioè trasferirsi nella nuova casa o nel nuovo ufficio), il doverne affrontare uno è un’esperienza degna dell’inferno dantesco.
Impacchettare e inscatolare tutte le cose. Dover scegliere cosa tenere e cosa buttare via. Affrontare la ditta dei traslocatori e poi… Dover risistemare tutto nella casa o nel nuovo ufficio.
Sarà arrivato tutto intero? Si sarà perso qualcosa? In che cavolo di scatolone ho messo lo scolapasta?
La cosa curiosa dei traslochi però è la loro trasversalità: traslocare è sempre un’esperienza orribile, indipendentemente che si tratti di casa, ufficio, o di hosting o server.
Anzi, se andiamo in un ambiente virtuale forse il trasloco è ancora più complicato e provante di quello di una casa.
Migliaia di dati, codici, password, l’incertezza che le macchine parlino la stessa lingua.
Una migrazione cloud è una vera e propria impresa epica che spaventa così tanto che spesso le persone rinunciano non appena il pensiero gli sfiora la mente.
Al solo termine “migrazione” una selva di immagini catastrofiche e di imprese titaniche appaiono vive nella loro mente e alla fine quasi tutti si dicono: “Ma sai che c’è? Ci rinuncio!“
Ma proprio come Dante aveva Virgilio che lo guidava nell’inferno, chi vuole migrare il suo servizio cloud può avvalersi di valide guide che renderanno il suo passaggio nell’inferno della migrazione Cloud sicuro, semplice e senza stress.
Come?
Con un piano di migrazione cloud cucito su misura, pensato e realizzato specificamente per la vostra realtà aziendale. Comprendiamo che non esiste una mappa universale valida per tutti; ogni impresa è unica, ogni viaggio richiede una rotta personalizzata.
Ecco come costruiamo insieme il vostro percorso verso il cloud, trasformando passo dopo passo l’apprensione in fiducia e tranquillità.

1. Prima di partire: conosciamo il terreno (valutazione dello stato attuale – Assessment)
Il nostro viaggio inizia con una fase fondamentale: capire esattamente da dove partiamo.
Proprio come un esploratore studia attentamente la mappa e le condizioni del terreno prima di avventurarsi, noi iniziamo con una valutazione approfondita (Assessment) del vostro ambiente IT attuale.
Eseguiamo una vera e propria “radiografia” del sistema: inventariamo meticolosamente ogni applicazione, ogni database, ogni server e ogni componente infrastrutturale.
Ma andiamo oltre il semplice elenco: dipaniamo la complessa rete di dipendenze che lega questi elementi, perché nel mondo digitale quasi nulla opera in isolamento. Misuriamo le prestazioni correnti – tempi di risposta, utilizzo delle risorse, colli di bottiglia – per stabilire un punto di riferimento oggettivo, un “prima” essenziale per poter misurare i benefici del “dopo”. È un’analisi critica, simile al controllo delle fondamenta di un edificio prima di costruirvi sopra: ci permette di identificare subito eventuali “crepe”, incompatibilità o aree che necessitano di modernizzazione, garantendo così che la transizione verso il cloud poggi su basi solide e sia priva di sgradevoli sorprese.
2. La bussola e la meta: definiamo obiettivi e priorità
Una volta compreso a fondo il punto di partenza, dobbiamo stabilire con chiarezza la destinazione e la rotta da seguire.
Quali sono i vostri obiettivi e priorità strategiche?
La migrazione al cloud non è mai fine a se stessa; è uno strumento per raggiungere traguardi di business concreti. Forse puntate a una significativa riduzione dei costi operativi, liberandovi dalla gestione di hardware fisico? O magari cercate maggiore agilità e scalabilità, la capacità di adattare le risorse quasi istantaneamente ai picchi di domanda? Oppure l’obiettivo primario è rafforzare la sicurezza dei vostri dati e sistemi?
Insieme, traduciamo queste esigenze in obiettivi chiari, specifici e misurabili (i nostri KPI, Key Performance Indicators), che fungeranno da bussola durante tutto il percorso e ci permetteranno, alla fine, di valutare oggettivamente il successo della missione.
Altrettanto importante è stabilire le priorità: non tutto deve essere spostato subito.
Decidiamo insieme quali carichi di lavoro (applicazioni, dati, servizi) affrontare per primi, basandoci su fattori come la criticità per il business, la complessità tecnica del trasferimento e i benefici attesi più rapidi, rendendo così l’intero processo più gestibile e progressivo.
3. Il mezzo e il percorso: scegliamo il modello e la strategia di migrazione
Definiti meta e priorità, è il momento cruciale di scegliere il “dove” e il “come”: selezioniamo il modello cloud e la strategia di migrazione più adatti.
Dove risiederanno le vostre risorse digitali nel nuovo ambiente? Si valuta se la destinazione ideale sia il cloud pubblico (come AWS, Azure, Google Cloud), apprezzato per la sua vasta scalabilità, l’efficienza dei costi e la ricchezza di servizi; o se sia preferibile un cloud privato, che offre massimo controllo, personalizzazione e sicurezza dedicata, spesso ospitato nel vostro data center o presso un provider specializzato; oppure ancora se la soluzione ottimale sia un cloud ibrido, che combina sapientemente elementi di cloud pubblico e privato per bilanciare flessibilità, costi e controllo, magari mantenendo on-premise i dati più sensibili.
Parallelamente, definiamo come avverrà il trasferimento.
Le opzioni strategiche, che spesso identifichiamo con le “6 R” della migrazione, sono diverse e vanno scelte con cura.
Si può optare per un semplice Rehosting (noto anche come “lift and shift“), che sposta i sistemi così come sono, senza modifiche significative, ideale per migrazioni rapide. Oppure si può cogliere l’occasione per un Refactoring o un Replatforming, che implicano modifiche più o meno profonde alle applicazioni per sfruttare al meglio le capacità native del cloud (es. microservizi, database gestiti). A volte, la scelta migliore è dismettere una vecchia applicazione e sostituirla con una soluzione SaaS moderna (Repurchasing). Non bisogna poi dimenticare la possibilità di eliminare sistemi ormai obsoleti e non più necessari (Retiring), oppure di decidere consapevolmente di mantenere alcuni specifici workload nell’ambiente attuale (Retaining).
La combinazione giusta di queste strategie è unica per ogni cliente.

4. La mappa dettagliata: creiamo il piano passo-passo
Con la strategia ben delineata, traduciamo tutto in una roadmap operativa: la creazione del piano dettagliato.
È qui che la nostra funzione di guida si concretizza al massimo. Non lasciamo spazio all’improvvisazione.
Suddividiamo l’intero progetto in fasi logiche e gestibili, ciascuna con obiettivi specifici e una timeline realistica, spesso iniziando da workload meno critici per testare il processo e acquisire fiducia. Definiamo con precisione chi fa cosa, quali strumenti tecnologici saranno impiegati e quali risorse (umane ed economiche) sono necessarie per ogni fase (l’allocazione delle risorse).
La sicurezza, lo ribadiamo, è una priorità assoluta: implementiamo protocolli rigorosi che includono crittografia dei dati (sia a riposo che in transito), gestione granulare degli accessi, piani di backup regolari e strategie di disaster recovery. E, da guide prudenti, non partiamo mai senza una rete di sicurezza: predisponiamo procedure di rollback chiare e testate, che ci permettano, in caso di imprevisti significativi, di tornare rapidamente e in modo controllato alla situazione di partenza, minimizzando l’impatto sul business.
5. Il viaggio vero e proprio: eseguiamo la migrazione
Arriva poi il momento dell’azione: l’esecuzione della migrazione.
Ma, anche qui, procediamo con metodo e cautela.
Prima del “grande passo”, eseguiamo test preliminari mirati (spesso chiamati “pilot” o PoC – Proof of Concept) su porzioni limitate e non critiche dell’ambiente, per validare le procedure, identificare eventuali intoppi nascosti e oliare i meccanismi di migrazione.
Durante il trasferimento effettivo dei workload pianificati, attiviamo un sistema di monitoraggio in tempo reale, costante e attento. È come avere un cruscotto avanzato che ci fornisce visibilità continua sulle prestazioni, sullo stato di avanzamento e su eventuali anomalie, consentendoci di intervenire proattivamente per risolvere problemi e assicurare una transizione il più possibile fluida e senza interruzioni percepibili dagli utenti finali.
6. Sistemarsi nella nuova casa: ottimizziamo dopo la migrazione
Il nostro lavoro di guida non si conclude affatto con il trasferimento dell’ultimo dato. Anzi, si apre una fase cruciale per massimizzare il valore dell’investimento: l’ottimizzazione post-migrazione.
Una volta che i vostri sistemi sono operativi nel nuovo ambiente cloud, iniziamo subito a valutare le prestazioni reali confrontandole con i benchmark iniziali e i KPI che avevamo definito insieme.
Verifichiamo che gli obiettivi siano stati raggiunti.
Ma soprattutto, inizia un processo di ottimizzazione continua, fondamentale e da realizzare in stretta collaborazione con i vostri team di sviluppo interni e/o con la vostra Software House di fiducia.
Lavoriamo insieme per affinare le configurazioni, adattare le applicazioni per sfruttare appieno le potenzialità native del cloud (come la scalabilità automatica, i servizi serverless, l’archiviazione intelligente), migliorare l’efficienza dei costi e garantire che la nuova infrastruttura supporti al meglio le vostre esigenze attuali e future.
È come, dopo un trasloco, non limitarsi a disfare le scatole, ma riorganizzare gli spazi, scegliere nuovi arredi e rendere la nuova casa non solo funzionale, ma perfettamente adattata al vostro stile di vita.

Come avrete capito, un piano di migrazione cloud su misura non è un prodotto standard, ma un processo collaborativo e profondamente personalizzato.
Nasce dall’ascolto attento delle vostre esigenze, da un’analisi rigorosa della vostra situazione specifica e dalla capacità di scegliere e implementare le strategie tecniche e operative più efficaci per voi.
L’obiettivo è sempre lo stesso: minimizzare i rischi, azzerare le interruzioni e trasformare la complessità della migrazione in una leva strategica per la vostra crescita e innovazione.
Con la guida giusta al vostro fianco, anche quello che inizialmente può sembrare un percorso impervio come l’inferno dantesco, diventa un cammino sicuro verso i benefici tangibili del cloud.
E noi di Cloudable siamo pronti ad essere il vostro Virgilio in questo viaggio pericoloso che però, vi garantiamo, vi porterà a rivedere il sole e le altre stelle.