Lock-in

I sistemi di Lock-In nel Cloud: come le Big Tech controllano il mercato

Nel mondo digitale di oggi, le grandi aziende tecnologiche hanno sviluppato strategie sofisticate per trattenere i propri clienti, creando quello che gli esperti chiamano “sistemi di lock-in”. Questo meccanismo è particolarmente evidente nel mercato dei servizi cloud, dove colossi come Amazon, Google e Microsoft utilizzano tecniche subdole per rendere difficile e costoso cambiare fornitore.

La trappola dei servizi personalizzati

Immagina di entrare in un negozio dove tutti gli oggetti sono progettati per funzionare solo all’interno di quel negozio. È esattamente quello che fanno le major tecnologiche con i loro servizi cloud. Sviluppano strumenti e tecnologie così specifici e personalizzati che, una volta integrati nel tuo sistema, diventa estremamente complesso spostarsi altrove.

Questi servizi super custom sembrano inizialmente vantaggiosi. Offrono funzionalità all’avanguardia, interfacce intuitive e soluzioni che sembrano risolvere tutti i tuoi problemi. Ma dietro questa facciata si nasconde un meccanismo di controllo sofisticato.

Ecco quali

Lock-in meccanismi nascosti

Meccanismi di controllo nascosti

Dipendenza Tecnologica Strutturale

Le major creano servizi utilizzando:

  • API proprietarie
  • Linguaggi di programmazione specifici
  • Sistemi di integrazione esclusivi
  • Architetture cloud non standardizzate

Prendiamo Amazon Web Services (AWS) come esempio: servizi come Lambda, DynamoDB e Step Functions sono così interconnessi che spostarli su un altro cloud diventa un incubo tecnico. Ogni servizio è progettato per funzionare perfettamente solo dentro l’ecosistema AWS, creando una dipendenza invisibile ma potentissima.

Complessità di migrazione

I meccanismi di controllo si basano sulla complessità di trasferimento:

  • Conversione di database
  • Riscrittura di interi moduli applicativi
  • Ri-configurazione di sicurezza e networking
  • Adattamento di architetture cloud

Una migrazione può costare dal 30% al 70% del budget IT iniziale, rendendo economicamente irragionevole cambiare fornitore.

Differenziazione tecnologica artificiale

Le aziende tech creano volutamente differenze tra loro:

  • Servizi che sembrano uguali ma hanno implementazioni diverse
  • Standard di comunicazione non compatibili
  • Metriche e log strutturati in modo unico

Risultato: ogni migrazione richiede un lavoro di “traduzione” tecnologica estremamente complesso.

L’esca dei crediti cloud

Le aziende tecnologiche hanno un trucco molto efficace per attirare nuovi clienti: offrono crediti cloud gratuiti. Startup e nuove realtà imprenditoriali vengono sedotte da questi crediti iniziali, che permettono loro di utilizzare gratuitamente o a basso costo i servizi per i primi mesi. Cosa succede dopo? Ti ritrovi completamente immerso in un ecosistema che conosce solo quel fornitore. I tuoi sviluppatori si sono specializzati negli strumenti specifici, i tuoi dati sono strutturati secondo i loro standard, le tue applicazioni sono costruite utilizzando servizi proprietari.

Il labirinto dei costi nascosti

Come abbiamo già spiegato nell’articolo Extra fatturazioni da picchi di lavoro su infrastruttura Public o Private Cloud uno dei meccanismi più insidiosi è la mancanza di trasparenza nei costi.

Le major creano sistemi di tariffazione così complessi che diventa praticamente impossibile prevedere quanto si spenderà. Un mese il conto può essere ragionevole, quello successivo può schizzare alle stelle senza che tu riesca a comprenderne il motivo.

Questo approccio impedisce alle aziende di fare una corretta pianificazione economica. Non sai mai esattamente quanto spenderai, rendendo difficile gestire il budget IT.

I contratti pluriennali

Le grandi aziende tech amano i contratti lunghi. Invece di offrire flessibilità mensile, propongono accordi che ti legano per anni. Più è lungo il contratto, più diventa difficile svincolarsi. È come firmare un mutuo per una casa dove non conosci ancora tutti i costi futuri. Una volta dentro, diventa estremamente oneroso uscirne.

L’acquisizione come strategia di migrazione forzata

Un altro meccanismo subdolo avviene quando una grande azienda acquisisce una più piccola. Spesso, questo passaggio viene utilizzato come opportunità per “migrare” i servizi verso la piattaforma cloud della major. Le aziende acquisite si trovano costrette a ri-architettare completamente i propri sistemi, sostenendo costi di migrazione enormi e perdendo di fatto la loro indipendenza tecnologica.
Lock-in e meccanismi

Cosa possono fare le aziende?

Per difendersi da questi meccanismi di lock-in, le imprese dovrebbero:
  • Valutare attentamente i servizi prima dell’implementazione
  • Prediligere standard aperti e tecnologie non proprietarie
  • Mantenere un certo livello di indipendenza tecnologica
  • Leggere attentamente tutti i contratti

La nostra filosofia: libertà e trasparenza

In Cloudable crediamo in un approccio radicalmente diverso.

L’evoluzione delle tecnologie, non solo informatiche, è sempre più rapida. Anche i mercati mutano in breve tempo. In questo contesto, essere flessibili rappresenta un vantaggio importante, mentre vincoli temporali estesi sono senz’altro un impedimento all’adattamento sia delle tecnologie che dei mercati. Per questo motivo, abbiamo scelto di affiancare i nostri clienti anche in questo aspetto

Questa filosofia di business si basa sull’importanza di guadagnare e mantenere la fiducia del cliente attraverso la qualità, anziché obbligarlo a rimanere tramite vincoli contrattuali. È un approccio che comunica trasparenza e orientamento al cliente.

Non imponiamo contratti annuali o pluriennali. L’obiettivo è che il cliente scelga di rimanere con noi perché è soddisfatto del servizio che offriamo, non perché costretto da vincoli contrattuali. Per questo motivo, proponiamo esclusivamente contratti mensili, garantendo la massima flessibilità e trasparenza.

Conclusione

I sistemi di lock-in non sono una fatalità. Sono scelte precise delle aziende tech per aumentare i propri profitti a scapito della libertà dei clienti. La consapevolezza è il primo passo per difendersi e scegliere servizi che rispettino davvero le esigenze delle imprese. La tecnologia dovrebbe essere uno strumento di libertà, non una gabbia dorata.
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